Prima Lettura: Es 34,11-12.15-17;
Salmo: Salmo 22 (23);
Seconda Lettura: 1 Cor 15,20-26.28;
Vangelo: Mt 25,31-46.
“Il Giudizio universale - I peccati di omissione” (Commento di Fr. Enzo Bianchi – Bose)
Siamo giunti all’ultima domenica dell’anno liturgico, la quale nei tempi recenti (per l’esattezza dal 1925, ad opera di Pio XI) è stata istituita come “Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo”: festa di colui che reintesterà in sé tutte le realtà create, che si mostrerà “Re dei re e Signore dei signori” (Ap 19,16) e che nel giudizio finale emetterà la parola ultima sul bene e sul male della storia, inaugurando “cieli nuovi e terra nuova” (Is 65,17; 66,22; 2Pt 3,13; Ap 21,1).
L’ordo liturgico prevede un brano del Vangelo secondo Matteo, la conclusione del discorso escatologico con un testo difficilmente catalogabile all’interno dei generi letterari: è un racconto che sembra una parabola, ma non lo è pienamente; non è neppure un’allegoria; è piuttosto un racconto esemplare, la descrizione profetica di un quadro apocalittico.
“Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui…” La visione è grandiosa: davanti a lui saranno riunite tutte le genti della terra, di ogni luogo e di ogni tempo, tutta l’umanità! Si tratterà innanzitutto di operare una separazione, di fare un discernimento tra gli umani, allo stesso modo con cui un pastore deve separare le pecore dalle capre. Questa operazione che il Figlio dell’uomo farà come pastore, è sempre stata annunciata ed è necessaria affinché l’ultima parola sul male e sul bene operato dagli umani nella storia sia di Dio: parola definitiva, parola di giustizia, che contiene in sé la misericordia ma che è nel contempo un giudizio. Guai se il cristiano dimenticasse questa realtà che lo attende, d’altronde confessata nel Credo: “Di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare (venturus est … iudicare) i vivi e i morti e il suo Regno non avrà fine”.
Ma questa sentenza del Re, stupisce e meraviglia coloro ai quali viene rivolta. Per questo essi reagiscono con una domanda: “Quando mai, Signore, abbiamo fatto questo e quest’altro?”. Lo stupore dei giusti è altamente significativo: questi benedetti non sanno di essere stati misericordiosi anche verso Gesù!
Gesù, come Dio, è presenza nascosta, elusiva: se non lo si riconosce, si compie l’azione in piena gratuità, senza pensare di aver fatto un’opera meritoria che Dio ricompenserà in quanto rivolta al Figlio dell’uomo. La malvagità o la bontà dell’azione compiuta nascono dal modo in cui si vive la relazione con il fratello o la sorella, e non in riferimento al Dio che non si vede. Sì, tra queste persone davanti al Re ve ne sono alcuni che non conoscono Gesù, che mai hanno sentito parlare di lui: sia i suoi discepoli, sia quanti sono estranei al cristianesimo, tutti sono giudicati in base alla relazione con i più piccoli (oi eláchistoi), fratelli e sorelle di Gesù, il piccolo e il povero per eccellenza.
Al termine di questo ascolto, mi ardono gli orecchi, perché in quanto ascoltatore e lettore sono costretto a constatare quante volte ho compiuto omissioni, cioè non ho fatto il bene: i peccati di omissione sono i capi di accusa contro di noi nel giorno del giudizio.
Questa pagina è un grande insegnamento per chi pensa di poter amare il Dio che non si vede senza amare il bisognoso che si vede… Eppure noi cristiani – confessiamolo – non siamo tra i benedetti: c’è chi ha fame all’entrata dei supermercati, e noi gli diamo solo le monete che appesantiscono le nostre tasche; c’è chi è straniero, e noi pensiamo a lui dando qualcosa di superfluo alla Caritas, magari per il pasto di Natale, ma mai lo invitiamo alla nostra tavola, a casa nostra, perché questo ci provoca troppo disagio; c’è chi è nudo, e tutt’al più gli diamo un abito da noi consumato, che riteniamo indegno di stare nei nostri armadi pieni; c’è chi è in carcere, e noi neanche ci sogniamo di andarlo a trovare, perché non lo conosciamo e perché pensiamo che se l’è meritata. Quanto siamo ipocriti! Il giudizio del Re lo mostrerà.
Allegati
· Letture della XXXIV Domenica del tempo ordinario Anno A Festa di Cristo Re
· Udienza di Papa Francesco Mercoledì 22 Novembre 2017: La Santa Messa memoriale del mistero Pasquale di Cristo.
Vi Saluto
Fraternamente
don Meco