Prima Lettura: Sap 6,12-16;
Salmo: Salmo 62;
Seconda Lettura: 1 Ts 4,13-18;
Vangelo: Mt 25,1-13
Vegliate Vigilate (Commento di Fr. Enzo Bianchi – Bose)
A conclusione dell’anno liturgico, in questa e nelle prossime due domeniche la chiesa ci propone la lettura di Mt 25, la seconda parte del grande discorso escatologico, cioè sulla fine dei tempi, fatto da Gesù nei capitoli 24-25. Matteo leggeva in Marco queste parole di Gesù: Fate attenzione, vegliate (agrypneîte, vigilate), perché non sapete quando è il momento … Vegliate (gregoreîte, vigilate) dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino … Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate (gregoreîte, vigilate)! (Mc 13,33.35.37).
Il nostro testo va inoltre collocato almeno all’interno di ciò che Gesù, seduto sul monte degli Ulivi, di fronte al tempio (cf. Mt 24,3), ha appena detto ai discepoli: “Vegliate (gregoreîte, vigilate), perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe (egregóresen, vigilaret) e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo” (Mt 24,42-44). Un’affermazione analoga si ripete anche alla fine del nostro brano, creando un’inclusione: “Vegliate (gregoreîte, vigilate) dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora” (Mt 25,13). Più in generale, tale monito avvolge le tre parabole seguenti, che dipingono uno scenario in bianco e nero, con due vie opposte tra le quali scegliere:
Mt 24,45-51: il servo che può essere fedele e prudente/saggio oppure malvagio;
Mt 25,1-13: cinque vergini stolte e cinque prudenti/sagge. Ovvero: cos’è la prudenza/saggezza?
Mt 25,14-30: due servi fedeli che fanno fruttare i talenti ricevuti, uno malvagio che lo seppellisce. Ovvero: cos’è la fedeltà?
La nostra parabola è costruita ad arte da Matteo, a partire dal ricordo di parole di Gesù, per descrivere la prolungata attesa della venuta gloriosa del Signore Gesù: è lui, il Messia, “lo Sposo che tarda”, e il vero problema è come comportarsi in questa attesa! Come vigilare?
“Poiché lo Sposo tardava…”: ecco il particolare decisivo della parabola. Il problema è il ritardo della venuta finale di Gesù, un vero e proprio trauma per le prime generazioni cristiane. E noi attendiamo ancora il Veniente oppure – come affermava Ignazio Silone – abbiamo per la sua venuta lo stesso entusiasmo di quelli che aspettano l’autobus alla fermata? “… si assopirono tutte e si addormentarono”. Paradosso: si sta parlando di vegliare, e tutte dormono! Dunque, che tipo di vigilanza è quella a cui Gesù vuole esortarci? Dove sta la differenza tra le stolte e le sagge, se tutte si addormentano?
…..E Gesù conclude: “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”. La vigilanza è la matrice di ogni virtù umana e cristiana, è il sale di tutto l’agire, è la luce del pensare, ascoltare e parlare di ogni umano. Non si può non ricordare, al riguardo, l’acuta comprensione del grande Basilio, a conclusione delle sue Regole morali:
“Che cosa è specifico del cristiano?”. “Vigilare ogni giorno e ogni ora ed essere pronti nel compiere pienamente la volontà di Dio, sapendo che nell’ora che non pensiamo il Signore viene (cf. Mt 24,44; Lc 12,40)” (80,22).
Allegati
· Letture della XXXII Domenica del tempo ordinario Anno A
· Papa Francesco Udienza 8 novembre 2017 La Santa Messa Introduzione
Vi Saluto
Fraternamente
don Meco