VITA CRISTIANA Lettura Domenicale

Tipo Progetto: 
Inizio progetto: 
Settembre, 2017
LETTURE BIBLICHE 

Prima Lettura:        Ez  18,25-28;

Salmo:                     Salmo 24 (25);

Seconda  Lettura: Fil 2,1-11; 

Vangelo:                  Mt 21,28-32.

 

I peccatori manifesti e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio!   (Commento di Fr. Enzo Bianchi - Bose)

Gesù ha terminato il suo viaggio verso Gerusalemme, la città santa in cui è entrato acclamato quale Messia, figlio di David, dai discepoli che lo accompagnavano e dalle folle; ha cacciato dal tempio quanti impedivano che fosse una casa di preghiera e ha simbolicamente seccato l’albero di fico che non dava frutti (cf. Mt 21,1-22) Queste azioni causano una profonda indignazione da parte delle autorità religiose legittime ma perverse, “sacerdoti e anziani“, che intervengono pubblicamente chiedendo a Gesù con quale autorità compia quei gesti provocatori. Ma Gesù non risponde, anzi pone loro una domanda riguardo alla missione di Giovanni il Battista: missione voluta da Dio o missione che Giovanni aveva inventato per sé?

Questo interrogativo non riceve però una risposta (cf. Mt 21,23-27), e allora Gesù indirizza loro tre parabole: quella dei due figli, quella dei vignaioli assassini e quella degli invitati al banchetto nuziale (cf. Mt 21,28-22,14).

Le parabole sono per Gesù proprio uno strumento per far cambiare pensiero e atteggiamento a coloro ai quali sono rivolte. Ma qui accadrà esattamente l’opposto. Anziché interrogarsi e convertirsi, sacerdoti e anziani si indigneranno ancor di più e, comprendendo che tali racconti sono rivolti proprio a loro, induriranno ancor più il loro cuore, accrescendo la loro opposizione e il loro odio verso Gesù.

Grazie a questa parabola siamo invitati a discernere nel nostro oggi quelli che di fatto, senza saperlo, sono rappresentati dal primo o dal secondo figlio: uomini religiosi che vantano appartenenza confessionale e parlano, parlano…; dicono sì alla volontà di Dio, ma quotidianamente non la realizzano, perché per loro è più importante apparire che essere e fare. D’altra parte, quelli che sembrano dire costantemente no a Dio perché non si mostrano religiosi, perché non proclamano la loro appartenenza religiosa, poi invece la vivono nell’anonimato, nella quotidianità, realizzano la volontà del Signore senza nominarlo e a volte senza conoscerlo. Perfetti anonimi per noi, ma che semplicemente “praticano la giustizia, amano la misericordia e camminano umilmente con Dio” (cf. Mi 6,8). Ecco allora puntuale, alla fine della parabola, la domanda di Gesù: “Chi dei due figli ha compiuto la volontà del padre?”, cui segue la scontata risposta dei sacerdoti e degli anziani: “Il primo!“.

Con questa parabola Gesù interroga dunque ciascuno di noi, se vogliamo ascoltarlo. E ciascuno di noi, più è riconosciuto per la sua professione di fede, più deve interrogarsi: dice sì a Dio solo a parole, oppure realizza senza clamore e senza ostentazione, umilmente, la sua volontà? Insomma, “nell’ultimo giorno, il giorno del giudizio” – come recita un’affermazione tradizionalmente attribuita ad Agostino, che dovremmo tenere ben più presente – “molti che si ritenevano dentro saranno trovati fuori, mentre molti che pensavano di essere fuori saranno trovati dentro il regno dei cieli”.

 

Allegati

·       Letture della XXVI Domenica del tempo ordinario Anno A 

·       Udienza di Papa Francesco Mercoledì 27 settembre 2017: I nemici della speranza

 

Vi Saluto

Fraternamente
don Meco