VITA CRISTIANA Lettura Domenicale

LETTURE BIBLICHE 

Prima Lettura:        Dt 8,2-3.14b-16a;

Salmo:                     Salmo 147;

Seconda  Lettura: 1 Cor 10,16-17;

Vangelo:                  Gv 6, 51-58.

 

Festa del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Commento di Wilma Chasseur)

Vive all'Eremo della Salette dal 1995, dopo essere stata per nove anni in Francia dove ha approfondito la teologia dogmatica. I suoi interessi spaziano dalla spiritualità, alla filosofia, all'astrofisica come rivelazione della bellezza e sapienza infinite di Dio, cercato in tutto e al di sopra di tutto, pur sentendosi un nulla davanti a questo infinito universo e al Creatore di tali meraviglie. Collabora con il settimanale diocesano «Corriere della Valle d'Aosta»; il sito internet delle monache Domenicane «Matris Domini»; la rivista internazionale «Temi di Predicazione - Omelie» e l'emittente «Radio Mater».

 

Dio esce dai suoi confini

Nella festa della SS Trinità abbiamo visto che Dio è liquido ed è venuto a liquidarci. Perché liquido? Perché l'amore che unisce le tre Divine Persone circola continuamente senza mai arrestarsi. Ora solo il liquido circola e laddove incontra la pietra non può più circolare. E Dio investe come un fiume il nostro cuore di pietra e finché non l'ha "liquidato", cioè reso liquido, non si arresta. Operazione per niente indolore per il nostro povero cuore di pietra che preferirebbe essere lasciato in pace, ma il Signore non si dà per vinto finché non ci ha trasformati a sua immagine, cioè ci ha resi totalmente liquidi senza più nessuna durezza: ci ha finalmente "liquidati"!

 

Opera ad intra e opera ad extra

Invece nella festa del Corpus Domini vediamo che Dio esce dai suoi confini. Se la Santa Trinità è un'opera "ad intra", cioè una circolazione di amore all'interno delle tre Divine Persone, il Corpus Domini è un'opera "ad extra". Già nell'Incarnazione Dio esce allo scoperto e si rende visibile entrando nella natura umana. Ma se facendosi uomo entra nella natura umana, facendosi pane entra addirittura nel nostro corpo. L'infinito si fa frammento, il tutto si fa particella, l'Uomo-Dio si fa pane. E vediamo un prodigio che non accade in nessun'altra occasione: una realtà si trasforma in un'altra, il pane non è più pane ma dopo la transustanziazione diventa corpo di Cristo. Ciò che non accade mai per nessun'altra cosa: una sedia rimane sempre una sedia, un tavolo rimane sempre tale senza mai cambiare natura.

 

Entrare o uscire?

Qui, il Signore per poter venire in noi, ha escogitato addirittura questo miracolo di trasformarsi in qualcos'altro. E così viene in noi. Ma pensate che una volta dentro sia contento di stare lì rinchiuso, quasi agli arresti domiciliari? Per niente! Vuole anche uscire e darsi agli altri perché il bene è diffusivo di sé. "Bonum est diffusivum sui" si dice in latino. E addirittura la Chiesa è il Cristo diffuso e comunicato come diceva il Cardinal De Lubac. Quindi Gesù è molto contento di entrare in noi, ma è ancora più contento di uscire per far capire a tutti che appunto vi è entrato. A Pasqua vi chiedevo: se qualcuno vi incontra dopo Pasqua si accorge che siete risorti, oppure avete ancora una triste aria da Quaresima? Quando il Signore è in noi lo si deve vedere anche fuori, se no lo teniamo troppo imprigionato: lo dobbiamo "sprigionare".

 

 

 Vi auguro buoni corsi estivi, quest’anno per impegni diversi non potrò essere presente. Vi penserò da Lecce dove sarò per l’Associazione Amici di Don Bosco (adozioni internazionali), di cui da un anno sono presidente.

 

Fraternamente
don Meco