VITA CRISTIANA Lettura Domenicale

LETTURE BIBLICHE 

Prima Lettura:        At 6,1-7;

Salmo:                     Salmo 32 (33);

Seconda  Lettura: 1 Pt 2,4-9;

Vangelo:                  Gv 14,1-12.

 

V Domenica di Pasqua - “Io sono la via, la verità e la vita” (Enzo Bianchi –Bose)

 

Nell’ultimo pasto consumato con i suoi discepoli Gesù ha consegnato le sue parole come un testamento, come manifestazione delle sue ultime volontà.

I discepoli hanno paura…. È davvero notte, non solo esteriormente: è notte nei loro cuori, è l’ora della prova della fede, è la crisi della comunità, immersa in quella solitudine angosciata e tragica in cui sembra impossibile nutrire fiducia. Gesù allora fa un invito autorevole: “Credete in Dio e credete anche in me”. E Gesù chiede la stessa fede anche in lui, nella sua persona. Solo nella fede si può accogliere questa richiesta “eccedente”, senza scandalizzarsi: davanti ai discepoli … La novità della fede cristiana rispetto alla fede dei credenti nel Dio dell’alleanza e delle benedizioni: credere in Gesù di Nazaret come si crede in Dio. Ma questa è la fede della chiesa del quarto vangelo, è la nostra fede.

Basta che credano in Gesù, e vedranno la loro attesa e la loro speranza fondate, perché Gesù verrà di nuovo, per prenderli con sé, in modo che dov’è lui siano anche i suoi. Colui che era chiamato ‘Immanuel, Dio-con-noi (Is 7,14; Mt 1,23), nel quarto vangelo è colui che viene a prenderci con sé, per vivere un’intimità, un’amicizia, un’inabitazione reciproca senza fine.  Ma ecco che Tommaso, il discepolo “gemello” (Dídymos: 11,16; 20,24; 21,2) di ciascuno di noi, rivolge a Gesù un’obiezione: “Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere il cammino?”. Per Tommaso, come per noi, non è certamente facile comprendere che la morte stessa, se è atto d’amore, azione del non conservare egoisticamente la vita ma di donarla per amore degli altri, è la strada, il cammino per vivere con Gesù in Dio. Gesù allora non risponde direttamente alla sua domanda (“Dove vai?”), ma dice: “Io sono il cammino, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.

Ma ecco la seconda obiezione, quella di Filippo: “Signore, mostraci il Padre, e ci basta”. Anche Filippo non ha compreso la vera identità di Gesù. Vede in Gesù “l’Inviato di Dio”, “il Veniente nel Nome del Signore”, ma ancora non sa che Gesù è il racconto, la narrazione del Padre. Egli non cerca altro se non di vedere quel volto che tutti i credenti dell’antica alleanza avevano desiderato di scorgere o vedere. Vedere il volto di Dio è l’anelito del salmista (“Quando verrò a contemplare il volto di Dio?”: Sal  42,3). Chi ha visto me, ha visto il Padre. Ecco la rivelazione ultima: chi vede Gesù, l’uomo Gesù, in realtà vede il Padre, perché Gesù è l’immagine, il volto visibile di Dio, la gloria stessa di Dio. L’uomo Gesù è il Figlio di Dio; l’uomo Gesù glorificato nella resurrezione è Dio stesso, come confessa Tommaso: “Mio Signore e mio Dio” (Gv 20,28). Dio lo si incontra in Gesù uomo: nella sua umanità si può vedere Dio, guardando l’agire di Gesù e ascoltando le sue parole si può incontrare Dio. Questo è lo specifico, la singolarità della fede cristiana: scandalo per ogni via religiosa, follia per ogni saggezza umana (cf. 1Cor 1,22-23)!

 

 Un augurio, sincero, cordiale e affettuoso  a tutte le mamme.

 

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