LETTURE BIBLICHE
Prima Lettura: Mi 5,1-4a;
Salmo: Salmo Salmo 79 (80);
Seconda Lettura: Eb 10,5-10;
Vangelo: Lc 1,39-45.
E’ la quarta domenica di Avvento…dal commento di Enzo Bianchi, vi prego di aver pazienza e leggerlo fino alla fine.
I vangeli sinottici ci testimoniano che la Parola di Dio si è umanizzata in mezzo a noi in Gesù di Nazaret, il figlio di Maria e di Giuseppe.
Luca, in particolare, è l’evangelista che vuole precisare quando e come questa Parola, ha abitato in mezzo a noi….e come nel nascondimento, nel silenzio avviene l’umanizzazione di Dio: da quel concepimento la Parola di Dio è in mezzo a noi e Maria, la madre di Gesù, è la tenda nella quale essa prende dimora. Luca ci narrra “la corsa della Parola” (cf. 2Ts 3,1), l’evangelizzazione che inizia – lo si dimentica troppo spesso – con il cammino, il viaggio di una donna, di Maria, la madre del Figlio di Dio.
Sì, perché Maria appena ricevuto l’annuncio della sua gravidanza (cf. Lc 1,26-38), si mette in viaggio in fretta, la fretta escatologica, verso la montagna della Giudea. Da cosa è mossa Maria? Dalla carità verso l’anziana Elisabetta, che tutti dicono “la sterile” (cf. Lc 1,36), ma anche dall’ansia di comunicare la buona notizia, il vangelo ricevuto dall’angelo, nonché dal desiderio di ascoltare la cugina come donna nella quale Dio ha compiuto meraviglie. Maria appare subito come donna di carità, donna missionaria.
Questo racconto dà le vertigini: il Messia Gesù, non ancora nato ma presente nel grembo della madre Maria, incontra il precursore, profeta presente egli pure nel grembo della madre Elisabetta e, riconosciuto, causa la gioia, l’esultanza, la danza, come quella di David davanti all’arca della presenza del Signore (cf. 2Sam 6,12-15). …Tutto questo accade grazie a due donne che si incontrano. Elisabetta allora, riempita di Spirito santo profetico, è resa capace di interpretare la danza del suo bambino nel grembo e così esclama, con un’acclamazione liturgica “Tu, Maria, sei benedetta tra tutte le donne, sei beata perché hai creduto alla parola del Signore, sei la madre del mio Signore (Kýrios!)”. Non riconosce in quella gravidanza solo la fecondazione divina (“Benedetto sarà il frutto del tuo grembo [, o Israele]”: Dt 28,4), ma confessa che quell’embrione è il Signore concepito da Maria per la potenza dello Spirito di Dio. Sì, il figlio di Maria è il Cristo Signore annunciato dal salmo 110 (v. 1), dunque Maria è l’Israele benedetto, la terra benedetta perché contenente la benedizione piena e definiva di Dio per tutta l’umanità.
Sono tante le donne benedette nella storia della salvezza, anche se lo dimentichiamo troppo facilmente. Ma Maria, proprio in quanto madre del Signore, è la benedetta tra tutte, è colei che tutte le generazioni acclameranno “beata”! Elisabetta, pur consapevole di ciò che Dio ha operato nel suo grembo sterile, sa comprendere questa differenza: Maria è l’arca dell’alleanza, il luogo della presenza di Dio nel mondo, il sito in cui è localizzabile, individuabile il Dio fatto carne.
Queste non sono preistorie del Messia, ma è la storia del Messia, del Figlio di Dio fattosi umano tra di noi: di questo sono eloquenti due donne, Elisabetta e Maria, donne capaci di fede nella parola del Signore.
E come non dire qualcosa dei due uomini implicati in questa storia? Zaccaria è muto, afono per la sua poca fede; Giuseppe pensa di ripudiare Maria in segreto (cf. Mt 1,19). Certamente non erano capaci di fede come le loro spose, ma non erano neppure capaci di relazione, di cura dell’altro e di carità, come invece sono queste due donne.
Vi allego oltre al testo solito delle letture della Domenica e il testo dell’udienza di mercoledì 16/12/2015: I segni del giubileo e il Messaggio per la giornata della Pace 1 gennaio 2016.
Ci vediamo per la nostra celebrazione sabato alle ore 18,30
Fraternamente
don Meco