VITA CRISTIANA Lettura Domenicale

Cari Amici,

 

LETTURE BIBLICHE 

Prima Lettura:        Is 7,10-14;

Salmo:                     Salmo 23 (24);

Seconda  Lettura: Rm 1,1-7;

Vangelo:                  Mt 1,18-24.

 

IV Domenica d’Avvento anno A: tempo dell’accoglienza.

 

 Le  letture bibliche

Isaia 7,10-14

Il profeta Isaia inizia il suo ministero dopo la vocazione e la missione ricevute nel tempio nel 740 a.C. (cf. Is 6,1-13). Si reca dal re Acaz, in una situazione di crisi politica, e gli chiede di non temere e di confidare nel Dio di Israele, perché solo chi crede può restare saldo (cf. Is 7,4-9). Poi lo invita a chiedere un segno al Signore, per poter credere. Di fronte al rifiuto del re, è il profeta stesso a promettere un segno di salvezza da parte del Signore: “Una giovane donna concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Immanu-El”, Dio-con-noi. La nascita di un bambino sarà dunque segno e pegno che Dio è con noi, con il suo popolo santo. Il brano evangelico odierno cita questa profezia.

Lettera ai Romani 1,1-7

L’inizio della Lettera ai Romani è teologicamente densissimo: “Paolo” è “servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il Vangelo”. Cosa contiene questa buona notizia? Ciò che era stato promesso dai profeti nelle sante Scritture si è compiuto con la venuta del Figlio di Dio nel mondo, “nato dalla discendenza di David”, dunque uomo fragile e mortale, ma “costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della resurrezione dei morti”. Ecco tutto il Vangelo: Gesù è nato come uomo, è vissuto come uomo fino alla morte, ed è stato risuscitato dai morti, divenendo il Vivente, il Signore per sempre. Il brano evangelico odierno illustra come Gesù è discendente di David, il Re Messia.

Mt  1,18-24

In questa domenica di Avvento inizia un tempo di memoria: ricordiamo eventi del passato, la preistoria del Messia, facciamo memoria di come il Figlio di Dio è venuto nel mondo, perché proprio questi eventi fondano la nostra attesa della venuta gloriosa di Cristo. Si faccia pertanto attenzione: non attendiamo il Natale, evento già avvenuto che possiamo solo ricordare, ma confessiamo la nostra fede nel Signore Gesù anche nel suo venire nel mondo, confessiamo il mistero centrale della nostra fede, l’incarnazione, nelle tappe e negli eventi che hanno manifestato il disegno di salvezza di Dio.

Di fronte a questo racconto di miracolo, gli uomini e le donne di oggi sono tentati di restare esitanti, di leggerlo come un mito, ma con sguardo puro dovremmo giungere a capire ciò che in profondità vuole comunicare alla nostra fede. Più che la forma narrativa, dobbiamo cogliere l’intenzione dell’evangelista, che è questa: far comprendere al lettore che un uomo come Gesù solo Dio ce lo poteva dare, che è stato Dio a inviarlo. L’unzione dello Spirito santo che feconda il grembo di Maria appare un racconto adeguato per fondare la fede.

 

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