VITA CRISTIANA Lettura Domenicale

Cari Amici,

 

LETTURE BIBLICHE 

Prima Lettura:        Es 32,7-11.13-14;

Salmo:                    Salmo 50 (51);

Seconda  Lettura: 1 Tm 1,12-17;

Vangelo:                 Lc 15,1-32.

XXIV Domenica del tempo ordinario – Anno C, alcune suggestioni di Enzo Bianchi .

Le tre parabole della misericordia che Luca raggruppa al capitolo quindicesimo del suo vangelo. … Gesù durante il suo viaggio verso Gerusalemme continua a insegnare, registrando però reazioni, contestazioni e più spesso mormorazioni da parte di quelli che, professandosi religiosi e volendosi custodi della Legge, non riescono ad accettare il suo stile e sentono il dovere di recriminare contro di lui. I primi versetti del capitolo mettono proprio in evidenza due comportamenti opposti nei confronti di Gesù e della sua predicazione. Pubblicani e peccatori si sentono attirati da Gesù e vengono a lui per ascoltarlo, mentre i pretesi giusti, gli osservanti legalisti, denunciano con un certo disprezzo: “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro!”. Il tema della contestazione è significativo: la comunione che si instaura a tavola. Su tale argomento – non lo si dimentichi – la chiesa nascente ha giocato la sua fedeltà a Gesù, ha dovuto scegliere tra ciò che lui aveva insegnato e ciò che veniva dalla venerabile tradizione, ciò che si era sempre fatto (cf., in particolare, At 10): si doveva scegliere se accostare i peccatori e lasciarsi accostare da loro fino ad andare alla loro tavola e ad accoglierli alla propria, oppure rifiutare la comunione della tavola con uomini e donne segnati dal peccato, a maggior ragione da un peccato pubblico e noto a tutti, perché non era lecito instaurare la comunione tra puri e impuri, tra giusti e peccatori.

La prima parabola si apre con una domanda: “Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?”. Perché il pastore fa questo, perché si affatica per una sola pecora, quando ne ha altre novantanove? Secondo Luca il pastore non fa preferenze, ma piuttosto ama tutte le pecore personalmente, perché di ognuna conosce la voce e il nome (cf. Gv 10,3-4.14): questa pecora, dunque, è semplicemente perduta, va verso la morte, e ciò spinge il pastore a cercarla! Sì, il pastore della parabola è Dio, che continua a pensare a chi si è perduto, a chi l’ha abbandonato per scelta o per errore, e non si dà pace finché la pecora amata non ritorni nella sua intimità. E così Dio “abbandona” le altre pecore per salvare quella perduta… Per capire bene la seconda parabola bisogna però cogliere dove cade il suo accento, ovvero sulla gioia del ritrovamento da parte della donna, evento in cui è inscritta la dinamica pasquale: il perduto è ritrovato, il morto è risuscitato.

Insomma, Dio è sempre alla ricerca del peccatore, non è un Dio dei giusti, dei puri, che ama solo quelli che gli rispondono coerentemente. Dio sa che in verità tutti gli esseri umani sono peccatori, in un modo o nell’altro, e allora cerca di far sentire a tutti e a ciascuno il suo amore fedele e mai meritato.

 

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