VITA CRISTIANA Lettura Domenicale

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Inizio progetto: 
Luglio, 2016

Cari Amici,

 

LETTURE BIBLICHE 

Prima Lettura:      Is 66,10-14c;

Salmo:                    Salmo 65 (66);

Seconda  Lettura:  Gal 6,14-18;

Vangelo:                 Lc 10,1-12. 17-20.

 

XIV Domenica del tempo ordinario – Anno C . Qualche spunto di riflessione dal commento di Enzo Bianchi, priore di Bose

 

Quando Luca ricorda e racconta questa pagina del suo vangelo, ha davanti a sé la fervente missione dei primi cristiani che andavano di città in città nel bacino del Mediterraneo, annunciando con un certo successo la buona notizia. Gesù aveva già inviato i Dodici, ma ora ne invia altri settantadue, tanti quanti il numero delle genti abitanti la terra secondo la tavola delle nazioni di Genesi 10 (nella versione greca dei LXX). Li invia davanti a sé come precursori e preparatori della sua prossima venuta affinché il Signore trovi i cuori pronti ad accogliere la buona notizia del regno di Dio.

Per questo occorre pregare Dio affinché sia lui a chiamare e a mandare operai, perché la messe o la vigna è sua e non tutti quelli che vi lavorano sono stati chiamati. Occorre pregare, sì pregare, affinché il Signore con il suo Spirito chiami, non inventarsi missioni che il Signore non si è mai sognato di affidarci, non imponendo a qualcuno una missione che lo renderà non un santo, ma un miserabile in più!  Ecco allora il mandato che dice cosa fa e quale stile deve adottare l’inviato di Gesù, ma ci fa anche capire perché gli operai sono pochi

Gesù manda i discepoli a due a due, perché vivano innanzitutto in comunione e siano l’uno sostegno per l’altro, l’uno regola all’altro nelle tentazioni; due a due affinché la missione non sia un’azione di uomini singolari e individualisti.

Li invia come pecore tra i lupi, cioè inermi, deboli, fragili, consapevoli di stare in mezzo a coloro che si oppongono al Vangelo di Gesù Cristo

Gesù si ferma a spiegare in modo particolare lo stile del discepolo inviato da lui. Sarà povero, non misero, ma senza denaro con sé, senza assicurazioni per il viaggio, e attuerà innanzitutto un contatto capillare, entrando nelle case, incontrando sulle strade quelli che cercano la vita piena.

In tutti gli inviati deve regnare e manifestarsi la gratuità, che essi mostreranno anche prendendosi cura gratuitamente degli altri, curando i malati nel corpo nella mente e nello spirito e annunciando a tutti che il regno di Dio si è avvicinato. Vi è inoltre un avvertimento che nasce dall’esperienza della chiesa nascente: il missionario, il predicatore, dov’è accolto cerchi di restare. Perché sono i poveri che accolgono più facilmente, mentre i ricchi accolgono chi hanno conosciuto, dunque il rischio per un missionario è quello di iniziare tra i poveri e finire tra i ricchi, soprattutto se si mostra ricco di doni… Il missionario inviato a tutti, proprio a tutti, incontra tutti, ma vigili per non finire per essere solidale e amico di chi conta, ma lontano dai poveri e dai semplici credenti quotidiani.

In realtà basta riferirsi alla missione di Gesù e non inventarci noi delle missioni, soprattutto in un clima come quello attuale: si è così tesi all’evangelizzazione degli altri che non si guarda più se l’inviato è evangelizzato o no, se assomiglia al suo Signore o se invece è preoccupato del numero degli ascoltatori e del risultato della sua propaganda del prodotto…

 

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