VITA CRISTIANA Lettura Domenicale

Cari Amici,

 

LETTURE BIBLICHE 

Prima Lettura:      2 Sam 12,7-10.13;

Salmo:                    Salmo 31 (32);

Seconda  Lettura:  Gal 2,16.19-21;

Vangelo:                 Lc 7,36-8,3.

 

XI Domenica del tempo ordinario – Anno C . Qualche spunto di riflessione rileggendo il commento di Enzo Bianchi

Oggi nel vangelo è narrato un episodio riguardante Gesù e una donna anonima, avvenuto durante un banchetto. Questo raccontato da tutti e quattro i vangeli viene plasmato e collocato da ciascun evangelista nello sviluppo della narrazione in modo conforme alla propria visione teologica.

Cerchiamo di cogliere l’atteggiamento di Gesù – come ce lo racconta Luca - verso una donna che l’evangelista definisce “peccatrice”, cioè una donna manifestamente peccatrice a causa del suo mestiere di prostituta e della conoscenza che avevano di lei i suoi concittadini. È un racconto scabroso, che ha scandalizzato e scandalizza ancora quanti pensano a se stessi come a persone che devono stare lontane da viziosi, prostitute, peccatori riconosciuti… Gesù però ha mostrato di non fermarsi mai davanti a barriere costruite da altri come difese immunitarie, erette a causa della condizione morale, sessuale, religiosa o etnica. Poi quella donna che si butta ai suoi piedi…La scena è intollerabile, imbarazza, perché ha indubbiamente una qualità erotica: quella prostituta palpa e tasta i piedi di Gesù, li bacia, li bagna con le lacrime e poi li asciuga con i suoi lunghi capelli. È una donna non velata come tutte le altre e fa i gesti nei quali le prostitute sono esperte per sedurre e dare piacere. Infine, tirato fuori un vasetto di profumo, cosparge con l’unguento i piedi Gesù. Questo è davvero troppo! Gesù invece legge tutto diversamente: c’è una donna rannicchiata ai suoi piedi che tocca il suo corpo, piange fino a lavare i suoi piedi con le lacrime, li asciuga con i suoi capelli, li bacia senza dire una parola e li profuma. Gesù vede una donna che ha sofferto e che soffre, che ama, una donna in cerca di amore, mentre il fariseo vede una peccatrice. Qui sta la differenza tra il rabbi Gesù e gli altri esperti della Legge, gli uomini religiosi: egli non vede prima il peccato, ma la sofferenza, e qui soprattutto vede qualcuno che può essere amato nonostante i suoi peccati e che ama ancora; gli uomini religiosi invece si esercitano prima a spiare, a misurare il peccato, a emettere un giudizio, poi eventualmente vedono la sofferenza come esito del peccato… Questo racconto è una testimonianza di come Gesù sapeva accogliere le donne, il loro linguaggio corporale, il loro amore così teso a discernere il suo corpo e non solo il suo insegnamento. A questa tavola chi ha incontrato Gesù e, viceversa, chi è stato da lui incontrato? Non Simone, che pure l’aveva invitato, e al quale Gesù cerca di svelare il proprio cuore, se stesso. La donna, invece, ha incontrato Gesù, ed egli l’ha incontrata fino a dichiararle: “I tuoi peccati sono stati perdonati … La tua fede ti ha salvata; prosegui il tuo cammino in pace!”. Quella donna certamente ha compreso che quell’amore che l’aveva spinta a cercare Gesù e a incontrarlo era destato proprio da Gesù e dal suo annuncio della misericordia di Dio. Per questo non è necessario che Gesù le chieda il proposito di non peccare più (come invece racconta Gv 8,11), perché, una volta conosciuto l’amore di Gesù, il peccato non ha più la capacità di rendere schiavo il credente. Questa è la fede che ha salvato la donna, l’ha liberata dall’alienazione, l’ha rimessa in piedi e l’ha resa capace di riprendere il cammino nella pace.

Fraternamente

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