Festa di Cristo Re dell'universo
Cari Amici,
LETTURE BIBLICHE
Prima Lettura: Dn 7,13-14;
Salmo: Salmo Salmo 92 (93);
Seconda Lettura: Ap 1,5-8;
Vangelo: Gv18,33b-37;
La festa di Cristo Re fu istituita da Papa Pio XI nel 1925, dopo diverse suppliche di cardinali, arcivescovi, vescovi e superiori generali con l'enciclica Quas Primas dell'11 dicembre 1925. Dice il Papa nell'Enciclica:
« E perché più abbondanti siano i desiderati frutti e durino più stabilmente nella società umana, è necessario che venga divulgata la cognizione della regale dignità di nostro Signore quanto più è possibile. Al quale scopo Ci sembra che nessun'altra cosa possa maggiormente giovare quanto l'istituzione di una festa particolare e propria di Cristo Re. »
Spesso si attribuisce all'introduzione della festa anche un significato storico: nell'età del totalitarismo affermare la regalità di Cristo doveva rendere relative le suggestioni dei regimi, che pretendevano dai popoli un'adesione personale assoluta.
Passando al commento del Vangelo di Giovanni di oggi possiamo dire che ci narra un’epifania: proprio quando Gesù è nel pretorio romano di Gerusalemme, consegnato dai capi dei giudei, si confessa davanti a Pilato “Re dei giudei”, cioè loro Messia, unto e inviato da Dio al suo popolo. Ma attenzione: nel quarto vangelo Gesù – come ripete più volte nei suoi commenti Enzo Bianchi - è un “Re al contrario”, non ha il potere mondano, la gloria dei re della terra, non si fregia dell’applauso della gente, non appare in una liturgia trionfale. Al contrario, proprio nella nudità di un uomo trattato come schiavo, quindi torturato, flagellato, finanche incoronato di spine, si rivela quale unico e vero Re di tutto l’universo, con una gloria che nessuno può strappargli, la gloria di chi ama gli altri fino alla fine, di chi sa dare la vita per loro, rimanendo nell’amore gloria dell’amore vissuto e dell’amore mai contraddetto.
In questa risposta a Pilato, dunque in questa epifania, Gesù è Re più che mai, Re dell’universo, Re di tutta l’umanità, perché è lui l’umanità autentica come Dio l’ha pensata, voluta e creata.
«Il suo regno non è di questo mondo, ed è per questo che può essere in questo mondo, e può riprenderne le minime cose senza sciuparle, può riprendere ciò che è rotto e farne un canale» (Fabrice Hadjadj).
Pilato non può capire, prende l'affermazione di Gesù: io sono re, e ne fa il titolo della condanna, l'iscrizione derisoria da inchiodare sulla croce: questo è il re dei giudei. Voleva deriderlo e invece è stato profeta: il re è visibile là, sulla croce, con le braccia aperte, dove dona tutto di sé e non prende niente. Dove muore ostinatamente amando. E Dio lo farà risorgere, perché quel corpo spezzato diventi canale per noi, e niente di quell'amore vada perduto.
Vi allego come di consueto il testo dell’udienza di Papa Francesco Mercoledì 18 Novembre dal titolo Famiglia porta dell’accoglienza. Vi allego anche la preghiera dei Vescovi Francesi dopo i tragici fatti di Parigi.
Fraternamente
don Meco