Cari Amici,
LETTURE BIBLICHE
Prima Lettura: Gs 5,9°.10-12;
Salmo: Salmo 33 (34);
Seconda Lettura: 2 Cor 5,17-21;
Vangelo: Lc 15,1-3.11-32.
La IV domenica di Quaresima….alcune riflessioni.
Paolo Curtaz
Commento su Lc 15,1-3.11-32
Luca costruisce il suo vangelo intorno a tre parabole. Concentra in questi tre capolavori la sintesi del suo annuncio, la logica stringente della sua vita. Una di queste parabole, forse la più conosciuta del vangelo, è quella erroneamente chiamata del "figliol prodigo".
I due figli protagonisti della parabola hanno una pessima idea di Dio. Entrambi. Il primo figlio, scapestrato, pensa che Dio sia un concorrente, un avversario: se lui c'è io non posso realizzarmi. Dio è un censore, un preside severo, uno che non mi aiuta. L'altro figlio torna dal lavoro stanco e si offende per la festa che il padre ha fatto in onore del figlio minore, suo fratello. Come dargli torto? Il suo cuore è piccolo ma la sua giustizia grande: sì, è vero, il Padre si comporta ingiustamente nei suoi confronti. Lui è uno mortificato, senza grilli per la testa, lui è il bravo figlio che tutti vorrebbero: perché il padre si comporta in quel modo? Bene, fermatevi qui, ora. Niente bei finali, Luca si stoppa. Non dice se il primo figlio apprezzò il gesto del Padre e, finalmente, cambiò idea. Né dice se il fratello, inteneritosi, entrò a far festa. No: la parabola finisce aperta, senza scontate soluzioni, senza facili moralismi e finali da Principe Azzurro. Puoi stare col Padre senza vederlo, puoi lavorare con lui senza gioirne, puoi lasciare che la tua fede diventi ossequio rispettoso senza che ti faccia esplodere il cuore di gioia. Il vangelo ci dice ancora una volta che Dio ci considera adulti, che affida alle nostre mani le decisioni, che non si sostituisce alle nostre scelte.
Fraternamente
don Meco