Cari Amici,
LETTURE BIBLICHE
Prima Lettura: Gen 15,5-12.17-18;
Salmo: Salmo 26 (27);
Seconda Lettura: Fil 3,17-4,1;
Vangelo: Lc 9,28b-36.
La II domenica di Quaresima….alcune riflessioni.
Paolo Curtaz Commento su Lc 9,28b-36
L'obiettivo della quaresima non è quello di lucidare la nostra bella immagine spirituale, ma di salire sul Tabor. Siamo entrati nel deserto della quaresima per arrivare fino a lì, su quella piccola collina di Galilea, arsa dal sole, disseminata di alberi frondosi e battuta dal vento del mare.
Tabor evoca il momento in cui Gesù, grande Rabbì, carismatico profeta, svela la sua vera identità, supera il limite e si dona alla vista sconcertata e stupita degli apostoli. Tabor dice l'assoluta diversità di Dio, la sua immensa gloria, la sua indescrivibile bellezza. Tabor è la meta della quaresima. E questo occorre dirlo e ridirlo a noi cattolici inclini all'autolesionismo, che associamo la fede al dolore, che raffiguriamo sempre Gesù come il crocifisso, scordandoci del Risorto, e che già pensiamo alla quaresima come al tempo della rinuncia e non al tempo dell'opportunità e della conversione, del combattimento e della lotta interiore per vincere la gara. Verrà il tempo del dolore, e su un altro monte, una piccola cava di pietra in disuso chiamata Golgota, vedremo l'appeso, volgeremo lo sguardo a colui che hanno trafitto. Ma prima - assolutamente - occorre ricordarci della bellezza di Dio, della sua inebriante presenza. La liturgia, provocatoriamente, pone la trasfigurazione all'inizio del cammino penitenziale, per indicarci il luogo da raggiungere. Se poniamo dei gesti di conversione e di solidarietà, di rinuncia e di digiuno, di preghiera e di essenzialità è solo per poter essere liberi e vedere la gloria del Maestro.
Fraternamente
don Meco