LETTURE BIBLICHE
Prima Lettura: Dn 7,13-14;
Salmo: Salmo 92 (93);
Seconda Lettura: Ap 1,5-8;
Vangelo: Gv 18, 33b-37.
“Gesù, un “Re al contrario” (dal commento di fr. Enzo Bianchi Bose)
Oggi celebriamo un aspetto della venuta nella gloria, attraverso il quarto vangelo, che con audacia profonda sa leggerla già nella storia di Gesù di Nazaret, addirittura nella sua passione. In essa avviene un’epifania: proprio quando Gesù è nel pretorio romano di Gerusalemme, consegnato dai capi dei giudei, si confessa davanti a Pilato “Re dei giudei”, cioè loro Messia, unto e inviato da Dio al suo popolo. Ma attenzione: nel quarto vangelo Gesù è un Re paradossale, un “Re al contrario”, perché non ha il potere mondano, la gloria dei re della terra, non si fregia dell’applauso della gente, non appare in una scenografia trionfale. Al contrario, proprio nella nudità di un uomo trattato come schiavo, quindi torturato, flagellato, financo incoronato di spine, si rivela quale unico e vero Re di tutto l’universo, con una gloria che nessuno può strappargli, la gloria di chi ama il mondo fino alla fine (cf. Gv 13,1), di chi sa dare la vita per gli uomini (cf. Gv 15,13), rimanendo nell’amore (cf. Gv 15,9): dunque, gloria dell’amore vissuto e dell’amore mai contraddetto.
La passione secondo Giovanni (cf. Gv 18,1-19,42), si compone di undici scene, ognuna situata in uno dei diversi luoghi in cui Gesù è stato trascinato dai suoi persecutori.
La scena-epifania descritta nella pericope odierna è quando i capi dei giudei hanno ormai consegnato Gesù al procuratore romano, perché lo condanni a morte come malfattore. Pilato fa chiamare Gesù e lo interroga. Innanzitutto gli chiede ciò che più gli interessa: “Sei tu il Re dei giudei?”. Ovvero: “Tu vanti un potere politico su questa terra e su questa gente?”. Questo, infatti, può essere un attentato al potere imperiale romano, un’insidia per Cesare. ….Ed ecco che Gesù fa la rivelazione: “Il Regno, quello mio, non è di questo mondo”. Quello di Gesù non è un regno che si instaura con la violenza della spada, non ha soldati pronti alla guerra, non è un potere tra i poteri di questo mondo, in concorrenza tra loro. Non è possibile nessuna concorrenza, tanto meno una conciliazione tra il Regno che Gesù annuncia e i regni che sono sulla terra. Il Regno di Gesù è altro: non è dominio ma servizio, è portatore di vita non di morte, è pace, giustizia e non può essere neppure compreso a partire dall’esperienza dei poteri di questo mondo.
Solo ora, nella passione, la regalità di Gesù è svelata ed è significativamente rifiutata da quelli che gridano la bestemmia. Tuttavia quando Gesù sarà in croce, il cartello voluto da Pilato nelle tre lingue dell’ecumene – ebraico, greco e latino – proclamerà la verità: “Gesù Nazoreo è il re dei giudei” (Gv 19,19). Sì, “ogni lingua confessa che Gesù è Signore” (Fil 2,11), Kýrios, a partire dalla croce!
Ecco dunque il fondamento della celebrazione di questa festa di Cristo Re, che è stata ricompresa dalla riforma liturgica del Vaticano II, grazie alla scelta delle letture evangeliche che presentano Gesù quale Re nella passione (il testo odierno nell’annata B e Lc 23,35-43 nell’annata C) e quale Giudice veniente nella misericordia (Mt 25,31-46 nell’annata A).
Allegati
· Letture della XXXIV Domenica del tempo ordinario B, festa di Cristo Re
· Papa Francesco Udienza catechesi Comandamenti 14,A – Non desiderare il coniuge altrui, non desiderare i beni altrui.
Nota
· Per chi fosse interessato ad approfondire la Parola di Dio della Domenica, dal Giovedì c’è l’intervento molto illuminante del biblista don Claudio Doglio, parroco a Varazze. Lo trovate sul suo sito.