Prima Lettura: Is 50, 5-9a;
Salmo: Salmo 114 (116);
Seconda Lettura: Gc 2, 14-18;
Vangelo: Mc 8, 27-35.
“Seguire Gesù” (dal commento di fr. Enzo Bianchi Bose)
La pagina offertaci oggi dalla liturgia sta al centro del vangelo secondo Marco e ci svela l’identità di Gesù. Già le prime parole del vangelo proclamavano, come una sorta di titolo: “Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1,1), ma ora questa confessione è fatta da un discepolo al centro della narrazione “vangelo”; e alla fine sarà fatta da uno che appartiene alle genti, il centurione romano che sotto la croce, vedendo il modo in cui Gesù spirava, disse: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!” (Mc 15,39).
Secondo Marco al cuore del ministero di predicazione e di azione di Gesù si colloca questo episodio decisivo. Con i suoi discepoli Gesù se ne va (letteralmente “esce”) dalla Galilea verso territori vicini alle sorgenti del Giordano. Questo uscire di Gesù dalla terra di Israele non è motivato dalla missione ma è un prendere le distanze dalle folle degli avversari, scribi e farisei, sempre più incalzanti nel contestare il suo messaggio e il suo comportamento.
Proprio in questo “ritiro”e “nel cammino” (en tê hodô) Gesù interroga i suoi discepoli ponendo loro domande riguardanti la percezione, le opinioni che la gente ha di lui. Vi è dunque l’urgenza di una chiarificazione e Gesù ne prende l’iniziativa, interrogando i suoi discepoli. Sono interrogati tutti, ma risponde solo Pietro, il discepolo chiamato per primo (cf. Mc 1,16-17), e che Marco ricorderà come destinatario dell’annuncio pasquale alla fine del vangelo (cf. Mc 16,7). E dice: “Tu sei il Cristo!”, cioè il Messia, l’Unto.
Certamente nel vangelo secondo Marco questa confessione di fede è brevissima, e dopo di essa non si registra nessuna risposta di Gesù a Pietro ma solo l’ingiunzione di mantenere il segreto sull’identità autentica da lui proclamata. Perché? Perché le parole di Pietro esprimevano la verità su Gesù, ma necessitavano di essere assunte e ripetute non semplicemente come proclamazione messianica secondo le opinioni della gente e in senso politico, ma andavano accolte attraverso la visione di un Messia crocifisso, non nell’entusiasmo di un’acclamazione trionfalistica. Pietro stesso dovrà ancora fare del cammino “dietro” a Gesù e seguirlo fedelmente, per comprendere pienamente le sue stesse parole.
Questo annuncio della passione, morte e resurrezione, Gesù lo rivolge poi a tutta la folla, che chiama e convoca al suo ascolto: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, smetta di conoscere solo se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Il cammino di Gesù è il cammino di chi vuole seguirlo, cioè del discepolo, della discepola, ieri, oggi e domani. È la sequela di Gesù che fa un cristiano, una cristiana, è “perdere la vita per lui” che significa “salvarla”: la confessione di fede a parole non è sufficiente!
Allegati
· Letture della XXIV Domenica del tempo ordinario B
- Papa Francesco Udienza del 12 Settembre 2018: Catechesi sui comandamenti 8: Il giorno del riposo, profezia di liberazione
Nota
- Per chi fosse interessato ad approfondire la Parola di Dio della Domenica, dal Giovedì c’è l’intervento molto illuminante del biblista don Claudio Doglio, parroco a Varazze. Lo trovate sul suo sito.
https://dondoglio.wordpress.com/
Vi Saluto
Fraternamente e auguro buone vacanze.
don Meco