VITA CRISTIANA Lettura Domenicale

 

LETTURE BIBLICHE 

Prima Lettura:        Is 35, 4-7a;

Salmo:                     Salmo 145 (146);

Seconda  Lettura: Gc 2, 1-5;

Vangelo:                 Mc 7, 31-37.

 

 

Nella Decapoli del nostro mondo”  (dal commento di padre Gian Franco Scarpitta, sacerdote dell'Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola)

In pieno territorio pagano identificato con la regione della Decapoli sul Mare di Galilea, Gesù, che è la Parola di Dio fatta carne, invita tutti gli uomini ad aprirsi alla parola e alla novità. Lo fa intervenendo prodigiosamente su un sordomuto, che grazie al dire e al suo tatto recupera le facoltà sensoriali e viene al contempo sospinto ad “aprirsi” all'ascolto e alla comunicazione. Effatà, cioè apriti, è l'esortazione che Gesù gli rivolge mentre combina su di lui parole e segni. Il segno attesta la presenza di qualcosa di immediatamente vicino o presente, come il fumo che ci dice che nelle vicinanze c'è del fuoco. A differenza del simbolo che rappresenta una realtà globale o un'idea generale (la bandiera indica lo Stato); il segno che Gesù opera con le mani e con la saliva sulle parti offese del sordomuto attesta che Dio è presente in questo preciso istante e nella persona dello stesso Signore realizza una guarigione fisica. In Cristo Dio opera oltre che con il segno anche con la parola, che ha la sua efficacia perché essa stessa oltre che a proferire realizza e attualizza. La guarigione di questo povero malcapitato impossibilito a parlare e a udire avviene quindi nella simbiosi fra parole e segni esplicativi che ne esprimono il messaggio. E il sordomuto recupera vista e udito.

Nella persona di questo sordomuto Dio ci vuole quindi ricettivi, ma non passivi. Ci esorta all'ascolto accompagnato dalla comunicazione costruttiva ed edificante. Un autore anonimo ammonisce: ?La comunicazione parte non dalla bocca che parla, ma dall'orecchio che ascolta? e Dio, che si è dimostrato capace di ascoltare e di parlare invita l'uomo a fare altrettanto.

Nel territorio della Decapoli ci invita ad accogliere, assimilare, ascoltare la Parola di Dio che ha mostrato già la sua efficacia e ci invita conseguentemente a condividerla e a donarla.

Nella prima Lettura il profeta Isaia denuncia che il mancato ascolto della Parola è stato causa di condanna per gli Israeliti, condannati all'esilio di Babilonia; comunica poi un messaggio di speranza: la liberazione è vicina e vicino è anche il Signore che la realizzerà, tuttavia non senza l'attenzione e l'ascolto alla sua Parola che è indispensabile alla salvezza. Ascoltare e mettere in pratica è sinonimo di salvezza, ma torna irrinunciabile la necessità di annunciare e comunicare in seguito all'attenzione e all'ascolto.

Manca di fatto la propensione all'ascolto e restiamo nella condizione iniziale del personaggio sordomuto prima dell'intervento di Gesù: siamo isolati e inerti e la Parola non prende corpo. Aprirsi, ascoltare e comunicare è l'auspicio che dovremmo rivolgere a noi stessi nella Decapoli dei nostri tempi.

 

Allegati

 

·   Letture della XXIII Domenica del tempo ordinario B 

  • Papa Francesco Udienza del 05 Settembre 2018: Catechesi sui comandamenti 7: Il giorno del riposo

 

 

Nota

  • Per chi fosse interessato ad approfondire la Parola di Dio della Domenica, dal Giovedì c’è l’intervento molto illuminante del biblista don Claudio Doglio, parroco a Varazze. Lo trovate sul suo sito.  

https://dondoglio.wordpress.com/

 

 

 Vi Saluto

Fraternamente e auguro buone vacanze.
don Meco