
Prima Lettura: At 1, 1-11;
Salmo: Salmo 46 (47);
Seconda Lettura: Ef 4,1-13;
Vangelo: Mc 16,15-20.
“L’annuncio del Vangelo a tutta la creazione” (dal commento di fr. Enzo Bianchi Bose)
Il brano evangelico che la chiesa ci propone per la solennità dell’Ascensione del Signore è tratto dalla conclusione aggiunta più tardi al vangelo secondo Marco da parte di “scribi cristiani”, che lo hanno completato con una chiusura meno brusca di quella del racconto originale (cf. Mc 16,1-8).
Secondo questa conclusione, Gesù appare al gruppo dei Dodici privi di Giuda, agli Undici dunque, mentre stanno a tavola. Costoro che, chiamati da Gesù alla sua sequela, erano stati coinvolti nella sua vita e avevano appreso da lui un insegnamento autorevole per almeno tre anni, ma che nell’ora della passione erano fuggiti tutti e lo avevano abbandonato. Avevano ascoltato diverse testimonianze sulla sua Risurrezione, “ma non credettero (epísteusan)” Per questo, quando Gesù “alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, li rimproverò per la loro incredulità (apistía) e durezza di cuore (sklerokardía), perché non avevano creduto (epísteusan) a quelli che lo avevano visto risorto” (Mc 16,14).
Questa è la verità che va detta, ed è stata detta nella chiesa (prova ne sia questo testo) quando non erano ancora dominanti il trionfalismo e l’adulazione delle autorità. Gli Undici sono stati preda del dubbio profondo, sono stati increduli dopo la morte di Gesù come lo erano stati durante la sua sequela. Situazione dunque disperante quella dei futuri testimoni, assaliti dall’incredulità! Come potranno annunciare la buona notizia, se neppure loro credono? Nonostante il persistere di questa poca fede invia proprio loro in una missione senza confini, veramente universale. Una missione cosmica, si potrebbe anche dire: “Andate in tutto il mondo e annunciate la buona notizia a tutta la creazione”.
In tal modo Gesù indica certamente l’orientamento universale della predicazione ma chiarisce anche che la buona notizia riguarda ogni creatura, animata e inanimata, quindi anche gli animali, gli angeli e i demoni. Non ci sono più le barriere del popolo eletto di Israele, non ci sono più i confini della terra santa: davanti a quei poveri discepoli titubanti c’è tutta la creazione e ogni creatura! Il Vangelo non può essere contenuto né in un popolo, né in una cultura, e neppure in un modo religioso di vivere la fede nel Dio unico e vero: gli inviati devono lasciarsi alle loro spalle terra, famiglia, legami e cultura, per guardare a nuove terre, a nuove culture, nelle quali il semplice Vangelo potrà essere seminato e dare frutti abbondanti.
Ecco il compito dei cristiani: senza febbre “proselitista”, senza cercare di guadagnare a ogni costo dei credenti, percorrendo i mari e le terre come i farisei (cf. Mt 23,15) e dovunque si trovino, i cristiani annuncino il Vangelo innanzitutto con la vita; poi, se Dio lo concede, con le parole. Sono parole di Francesco di Assisi, riprese da papa Francesco… Gesù non chiede di convincere né di imporre, ma di vivere il Vangelo con gioia, perché questa è la testimonianza. Oggi ci sono molti cristiani che passano di palco in palco “per dare testimonianza”, finendo per raccontare la propria storia o il successo della loro comunità. C’è solo da arrossire nel chiamare questo comportamento “testimonianza”! Meglio quei cristiani quotidiani a volte dubbiosi, come gli Undici, che tentano semplicemente e umilmente ogni giorno di essere cristiani dove si trovano, vivendo il Vangelo e amando Gesù Cristo al di sopra di tutto e di tutti. È di questi cristiani e cristiane che abbiamo bisogno, di discepoli e discepole, non di militanti!
Allegati
· Letture della festa dell’Ascensione del Signore - Anno B
· Papa Francesco Udienza del 09 Maggio 2018: Il Battesimo_5 - La rigenerazione
Nota
- Per chi fosse interessato ad approfondire la Parola di Dio della Domenica, dal Giovedì c’è l’intervento molto illuminante del biblista don Claudio Doglio, parroco a Varazze. Lo trovate sul suo sito.
https://dondoglio.wordpress.com/
Vi Saluto
Fraternamente
don Meco