
Prima Lettura: At 10,34°.37-43;
Salmo: Salmo 117 (118);
Seconda Lettura: Col 3,1-4;
Vangelo: Mc 16,1-8.
“Mc 16,1-8 Non abbiate paura! Gesù è risorto!”(commento a cura di fr. Enzo Bianchi Bose)
1 Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?». 4Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.5Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. 6Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. 7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: «Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto»». 8Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite.
Da tre giorni seguiamo Gesù nella sua passione, morte e sepoltura, e ora siamo posti davanti all’indicibile, all’umanamente impossibile, a un evento che appare incredibile al mondo. Un evento davanti al quale ciascuno di noi nella santa notte di Pasqua sente il cuore oscillare tra adesione al racconto ascoltato e dubbio, tra fede e incredulità. Ma questa nostra condizione non è diversa da quella dei discepoli e delle discepole in quel terzo giorno dopo la morte di Gesù. Perché la morte è la morte, è la fine concreta della vita, delle relazioni, degli sguardi, degli affetti: quando uno muore, muore interamente e tutto muore con lui…
Il vangelo secondo Marco, più degli altri, ci mette davanti la morte di Gesù come morte fallimentare, enigma che anche per Gesù è diventato faticosamente mistero. La morte di Gesù è apparsa la smentita di tutto quello che egli aveva detto e fatto. Predicava la venuta del regno di Dio: e ora dov’era questo regno, dov’era apparso? Aveva guarito e liberato alcune persone: ma ora malati, prigionieri, disgraziati continuavano a esserlo come prima. Aveva amato degli uomini e delle donne, li aveva resi una comunità: e ora se n’erano tutti fuggiti, e quella baracca di comunità appariva caduta a pezzi…
Il giorno successivo al sabato è stato per quegli uomini e per quelle donne un’aporia, un vuoto, uno spazio in cui non si trovavano più i fili del senso e del significato di ciò che avevano vissuto. E per alcuni di loro – Pietro, il discepolo amato, Maria di Magdala – era avvenuta la fine di una vicenda di adesione, di convivenza piena di amore. Quel sabato, che noi chiamiamo sabato santo, appariva per loro un inferno nel quale la potenza del male, del daimónion e del diábolos sembrava regnare ancora, anzi sembrava essere stata capace di spegnere ogni speranza. È stato un sabato di silenzio estremo. Nulla da dire, per l’evangelista nulla da raccontare: quell’evento della morte e sepoltura di Gesù faceva terminare una vita? No, la vita autentica che avevano vissuto, tra fatiche, contraddizioni e inadempienze, era stata una vita condivisa con Gesù, piena di senso: una vita in cui l’amore vissuto non poteva spegnersi!
La conclusione originaria del Vangelo di Marco è la seguente: le donne “uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano tremanti e fuori di sé. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura (ephoboûnto gár)” (Mc 16,8). Paura, tremore, ékstasis, stupore! Difficile spiegare questo finale e constatare la paura? Sì, possiamo dire poco…
Ma questo versetto è più per noi che per le donne discepole: noi abbiamo paura della resurrezione di Gesù? Ne siamo stupiti? Abbiamo timore, il santo timore di Dio, nell’annunciarla? Se abbiamo questo timore, certo non cadiamo nell’arroganza di chi supplisce alla propria debolezza di fede gridando la resurrezione di Gesù… Pensiamo a noi, alla nostra chiesa: c’è chi ha talmente paura da non dirsi ciò che è, un discepolo di Gesù; e c’è chi è arrogante e vorrebbe imporre agli altri una fede che egli non sa portare. Interroghiamoci dunque sulla nostra fede nella resurrezione di Gesù e accogliamo la parola: “Non temete, non abbiate paura! Gesù il Nazareno, il Crocifisso, è risorto!”.
Allegati
· Letture della Domenica di Pasqua: Resurrezione del Signore Anno B
· Papa Francesco Udienza del 28 Marzo 2018: Il triduo Pasquale
Nota
- Per chi fosse interessato ad approfondire la Parola di Dio della Domenica, dal Giovedì c’è l’intervento molto illuminante del biblista don Claudio Doglio, parroco a Varazze. Lo trovate sul suo sito.
https://dondoglio.wordpress.com/
Nell’augurare Buona Pasqua a tutti, vi ricordo l’invito che Papa Francesco ha rivolto oggi alla chiusura dell’udienza
“E vi consiglio: la mattina di Pasqua portate i bambini al rubinetto e fategli lavare gli occhi. Sarà un segno di come vedere Gesù Risorto”.
Vi Saluto
Fraternamente
don Meco