Cari Amici,
LETTURE BIBLICHE
Prima Lettura: Ger 1,4-5.17-19;
Salmo: Salmo Salmo 70 (71);
Seconda Lettura: 1Cor 12,31-13013;
Vangelo: Lc 4,21-30.
È la IV domenica del tempo ordinario. Da alcuni suggerimenti di Enzo Bianchi.
Il brano evangelico odierno è il seguito di quello di domenica scorsa (cf. Lc 4,14-21). Siamo sempre nella sinagoga di Nazaret, il villaggio dove Gesù è stato allevato e dove era tornato all’inizio della sua predicazione in Galilea.
Ed ecco la reazione dell’uditorio alla sua predicazione: “Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca”. Potremmo dunque dire che la prima predicazione di Gesù al ritorno nel suo villaggio d’origine inizialmente è stata un successo.
Ma il racconto subisce una svolta improvvisa. Quelli che hanno appena approvato e “applaudito” Gesù dicono: “Costui è il figlio di Giuseppe, il carpentiere che ben conosciamo come nostro concittadino. Ma Gesù non pretende nulla, e soprattutto non pretende di avere autorità. L’entusiasmo e la meraviglia non conducono alla fiducia in Gesù, perché i presenti non si accontentano di parole: occorrono segni, miracoli per avere autorità ed essere riconosciuti!
Di fronte a questo repentino cambiamento di umore dell’uditorio nei suoi confronti, Gesù pronuncia alcune parole cariche di mitezza e, insieme, di rincrescimento, parole suggerite dalla sua assiduità alle Scritture, soprattutto ai profeti. Con un solenne “amen” emette una sentenza breve ma efficace, acuta come una freccia: “Nessun profeta è bene accetto nella sua patria, nella sua terra”.
Qui va inoltre messa in risalto la tensione tra Nazaret, la patria, e Cafarnao, città straniera per Gesù, ma dove egli incontrerà proprio stranieri, non ebrei che hanno una fede da lui mai vista in Israele, all’interno del popolo di Dio: è più facile per Gesù operare in spazi stranieri che in quelli propri del popolo di Dio come al tempo di Elia ed Eliseo. Con queste parole Gesù, nella sua missione, fa cadere ogni frontiera, ogni muro di separazione: non c’è più una terra santa e una profana; non c’è più un popolo dell’alleanza e gli altri esclusi dall’alleanza. No, c’è un’offerta di salvezza rivolta da Dio a tutti. Anzi, il Dio di Gesù ama i pagani perché ha come nostalgia di loro, che durante i secoli sono rimasti lontani da lui. Gesù dunque li va a cercare, a incontrare e trova in loro una fede-fiducia che gli permettono quell’azione liberatrice per la quale era stato inviato da Dio.
Ma Gesù “passando in mezzo a loro, camminava”, in direzione di Cafarnao. Ieri come oggi, “Gesù passa in mezzo e va”, ma noi non ce ne accorgiamo… Passa in mezzo alla sua chiesa ma va oltre la chiesa; come Elia, come Eliseo, va tra i pagani che Dio ama. A Luca è cara questa immagine: Gesù passa e va
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