Cari Amici,
LETTURE BIBLICHE
Prima Lettura: Ne 8,2-4°.5-6.8-10;
Salmo: Salmo Salmo 18 (19);
Seconda Lettura: 1Cor 12,12-30;
Vangelo: Lc 1,1-4;4,14-21.
È la III domenica del tempo ordinario. Da alcuni suggerimenti di Enzo Bianchi.
Nel dare forma alla buona notizia, il Vangelo, attraverso il racconto, Luca ha la consapevolezza di una propria responsabilità davanti a Dio e agli uomini. Davanti a Dio deve essere un “servo della Parola”, capace di tenere conto di altri scrittori precedenti a lui e più autorevoli di lui: “i testimoni oculari”, quelli che hanno vissuto nell’intimità e nella vita pubblica con Gesù; davanti agli uomini sente il dovere di rispondere a quei primi cristiani della sua comunità, dando loro una parola come cibo capace di nutrire e confermare la loro fede. Per questo ha composto quello che chiamiamo il terzo vangelo, attingendo con cura alla tradizione apostolica ma nello stesso tempo scrivendo con le sue capacità e la sua sensibilità. Il Vangelo è un canto a quattro voci, quattro racconti, quattro memorie: ma il canto polifonico resta un solo canto, e uno solo è il Vangelo fatto carne, uomo, Gesù di Nazaret.
Luca è molto attento a testimoniare la presenza dello Spirito di Dio in Gesù. E’ intenzionato a far comprendere al lettore che Gesù è “ispirato”, che la sua sorgente interiore, il suo respiro profondo è lo Spirito di Dio, il Soffio del Padre. Non è un profeta come gli altri, sui quali lo Spirito scendeva momentaneamente, perché in lui lo Spirito riposava, dimorava lo riempiva di quella forza (dýnamis) che non è potere, ma partecipazione all’azione e allo stile di Dio.
E cosa fa Gesù nel suo ritorno alla “Galilea delle genti” terra periferica e impura? Va a “insegnare nelle sinagoghe”. Per iniziare la sua missione non ha scelto né Gerusalemme né il tempio, ma quelle umili sale in cui si riunivano i credenti per ascoltare le sante Scritture e offrire il loro servizio liturgico al Signore. Non era una liturgia diversa da quella che ancora oggi noi cristiani compiamo ogni domenica. Gesù non è un sacerdote, è un semplice credente figlio di Israele ma, diventato a dodici anni “figlio del comandamento”, è abilitato a leggere pubblicamente le sante Scritture e a commentarle, facendo l’omelia.
Il testo di Isaia che Gesù legge è l’autopresentazione di un profeta anonimo che testimonia la sua vocazione e la sua missione.
Gesù, dopo aver letto il brano lo commenta con pochissime parole:
Oggi si è realizzata questa Scrittura (ascoltata) nei vostri orecchi.
Oggi, oggi (sémeron) Dio ha parlato e ha realizzato la sua Parola. Oggi, perché quando un ascoltatore accoglie la parola di Dio, è sempre oggi: è qui e adesso che la parola di Dio ci interpella e si realizza. Non c’è spazio alla dilazione: oggi! È proprio Luca a forgiare questa teologia dell’“oggi di Dio”.
Allegati
Letture della III Domenica
Udienza di Mercoledì 20 gennaio sulla preghiera per l’unità dei cristiani
Messaggio di Papa Francesco al Meeting di Davos “Faccio appello una volta ancora a tutti voi: “Non dimenticate i poveri!”.”
Fraternamente
don Meco