VITA CRISTIANA Lettura Domenicale

Cari Amici,

 

LETTURE BIBLICHE domenica 15 novembre 2015

Prima Lettura: Dn 12,1-3;

Salmo: Salmo Salmo 15 (16);

Seconda Lettura: Eb 10,11-14.18;

Vangelo: Mc 13,24-32;

 

La Conferenza Episcopale Piemontese domenica prossima celebra la Solennità della Chiesa Locale.

In molte parrocchie, per favorire la lectio continua del Vangelo, si è tuttavia soliti tenere le letture proprie della XXXIII Domenica del tempo ordinario. Pertanto eccovi il relativo commento.

 

Le parole di Gesù riportate nel Vangelo di oggi, sono quelle da lui pronunciate negli ultimi giorni della sua vita, prima della passione e morte; parole da lui dette sul monte degli Ulivi ai quattro discepoli a lui più vicini: Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea. Il cosiddetto “discorso escatologico” è molto lungo – occupa tutto il capitolo 13 – e vuole essere una risposta alla domanda circa il tempo successivo alla vicenda terrena di Gesù: cosa accadrà? Gesù profetizza che il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria per compiere il giudizio ultimo e definitivo (cf. Mt 25,31-46). Questo discorso di Gesù è un messaggio in un linguaggio codificato, secondo il genere apocalittico, un linguaggio che vuole essere rivelativo, profetico, pur risultando a volte oscuro, di difficile interpretazione.

Non lasciamoci spaventare dalle parole di Gesù, ma intimorire sì, perché essere rivelano la “verità” di questo mondo che Dio ha creato, voluto e sostenuto, ma che avrà un termine, una fine: come c’è una fine personale, la morte, così ci sarà una fine di questo mondo. Gesù vuole parlare di questi eventi, per rivelare una realtà dai tratti indescrivibili. Queste immagini non vogliono significare distruzione, decomposizione, scomparsa della materia, ma la fine degli attuali assetti della creazione, in preda alla sofferenza, al male e alla morte, per una ri-creazione, una trasfigurazione che non riusciamo neppure a immaginare.

Quando questo accadrà (cf. Mc 13,4)? Gesù non risponde alla domanda sul quando, avverrà in un giorno che nessuno conosce, eppure è un giorno certo, è una promessa di Dio che si realizzerà. Gesù dice, invece, riguardo al che accadrà e al come prepararsi alla fine. Su questi due nodi è opportuno che i credenti investano energie di comprensione e interpretazione, ovvero devono piuttosto chiedersi se loro stessi saranno pronti ad accogliere quell’evento della parusia come salvezza, se saranno capaci di gioire davanti alla venuta del Figlio dell’uomo, se avranno saputo sperare con perseveranza in quell’ora: un’ora che è un segreto, perché neanche l’uomo Gesù la conosceva, e neppure gli angeli, ma solo il Padre. Per questo i credenti imparino a osservare la storia con spirito di discernimento, leggendo i “segni dei tempi”.

Sarà la fine? Sì, ma quella fine porta un nome: è il Signore Gesù Cristo, Figlio dell’uomo e Figlio di Dio, uomo e Dio che è venuto nel mondo, da Dio qual era, per farsi uomo, e verrà nella gloria perché l’uomo diventi Dio. Sì, tutta l’umanità sarà in Dio e ognuno di noi sarà il Figlio di Dio.

 

 

Vi allego come di consueto alcuni testi di Papa Francesco: nella città di Prato sul lavoro, a Firenze nell’Incontro con i rappresentanti del V Convegno Nazionale della Chiesa italiana e, come di consueto, il testo dell’udienza di Mercoledì 11 Novembre dal titolo Famiglia e convivialità.

 

Fraternamente

don Meco