di Roberto Santoro
Presidente Provinciale Acli Torino
(La Voce del Popolo, 3 maggio 2015)
Celebrare il Primo Maggio è un dovere civile: soprattutto per chi appartiene a quella privilegiata porzione di umanità che il lavoro l'ha trovato e riesce a mantenerlo nel tempo.
È un dovere per tenere viva l'attenzione sul fatto che oggi rischia di essere un lusso, un'eccezione, ciò che deve essere invece il centro dell'esistenza concreta delle donne e degli uomini: lo afferma la nostra Costituzione, lo ha ribadito ancora di recente il nostro Presidente della Repubblica.
Celebrare, dunque, per stare accanto a chi non riesce ad entrare nel mondo del lavoro o ne viene espulso in ancora giovane età e non riesce a rientrarvi; celebrare per denunciare che senza lavoro non si vive e che perderlo è un dramma che può portare alla follia, può distruggere individui e famiglie. Celebrare, infine, per ricordare che ogni intervento di politica pubblica intorno al lavoro deve avere al centro la donna e l'uomo e on la loro rappresentazione economica come forza lavoro.
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